Vogliamo raccontarvi una storiella. Non ai pazienti lettori che, bontà loro, probabilmente la conosceranno meglio di noi anche se ormai sta cadendo nel dimenticatoio, ma all’amica Sindaca di Carinola Giusi Di Biasio e agli amici Amministratori, giovani (quasi tutti…) Amministratori, forse troppo giovani (ripetiamo: quasi tutti… ) per poterla ricordare, sì perché, sia pure per eredità istituzionale, sempre di Amministratori di Carinola si tratta.
Anni fa, una decina di anni fa, uno o due di più forse ma non di meno, gli arredi pubblici che si guastavano nel nostro paese non venivano riparati in officina o in loco bensì semplicemente A-S-P-O-R-T-A-T-I, magari con la risibile scusa di preservarli da eventuali furti, e messi a riposo in qualche deposito comunale dove staranno a raccogliere tutta la polvere accumulata in questi lunghi anni. Ebbene sì, i messi comunali, i tecnici, insomma gli operai incaricati, si comportavano né più né meno dei ladri o dei vandali da cui ci si voleva difendere! Ci si perdoni il ruvido accostamento, ma in effetti il risultato è lo stesso!
Già anni fa, era il (Udite! Udite!) 2016, scrivemmo un articolo che come nella migliore tradizione venne ignorato, anzi probabilmente fu scacciato via come una fastidiosa zanzara, in cui esordivamo dicendo «Pur con i limiti propri di un piccolo paese del Sud, pur con lo spopolamento galoppante che lo sta uccidendo, pur con la mancanza di servizi efficaci e veloci e soprattutto sproporzionati allo spesso fastidioso livello di un’elevata tassazione, diciamo la verità Casale è un bel luogo dove vivere […]». Ne siamo tuttora convinti, ma se avete pazienza leggetelo, c’è anche qualche foto che ne dimostra ancora l’attualità, sia pure dopo (sigh!) otto anni!
Vorremmo pregare, in verità non dovrebbe essere questo il verbo più indicato nella relazione Amministratori/cittadini quindi forse è meglio dire: INVITIAMO CALDAMENTE la Sindaca e gli attuali Amministratori, giovani e meno giovani, a recarsi nel o nei depositi comunali per ritrovare, sì ritrovare visto che si tratterà quasi di uno scavo archeologico, tutti quegli arredi urbani (lampioni, fontane) che la sciatteria di politici passati ha praticamente “rubato” a Casale e ripristinare quel po’ di bellezza residua nel nostro paese, offeso negli anni da sciatteria e menefreghismo.
In attesa che altri servizi, magari più pratici vedi Fibra Ottica, siano effettivamente attivati, invitiamo altresì a reperire, non crediamo sia difficilissimo visto che dovrebbero esserci fondi destinati al recupero dei piccoli borghi, quelle poche migliaia di euro necessari per far rivivere il meccanismo dell’orologio al centro del paese (foto di testa), muto ormai da troppi decenni. Chi cerca trova!