Dopo il rinvio della data originaria a causa del maltempo, nella mattinata di ieri, domenica 29 ottobre, si è svolta a Casale la cerimonia d’inaugurazione di una stele in memoria dei cittadini casalesi vittime del rastrellamento nazista del 23 settembre 1943. Carinola, centro strategicamente importante, durante l’ultimo conflitto mondiale fu occupato dall’esercito tedesco, impegnato a difesa della linea Gustav. Inoltre la cittadina, ubicata a ridosso della linea difensiva tedesca Barbara, tra la fine di settembre e la fine di ottobre 1943 fu teatro di alcuni episodi di violenza sui civili: a partire dal 23 settembre vennero rastrellati circa cento uomini, catturati sia nel capoluogo sia nelle frazioni, in applicazione dell’ordinanza sul lavoro coatto: rinchiusi in un “campo di raccolta” provvisorio, furono poi inviati in Germania per lavorare nelle fabbriche di materiale bellico.
Finalmente l’ottantesimo anniversario di una delle giornate senza dubbio più cupe della storia di Casale e del nostro territorio ha consentito di riannodare il filo di ricordi per troppi anni sopiti. L’apertura dell’evento, a cui ha aderito un folto numero di partecipanti, è stata affidata ai saluti vibranti a tutta la popolazione pervenuta della sindaca di Carinola, avv. Giuseppina Di Biasio, e alle sue parole di ossequio per le vittime, e ad Antimo Marrese, Presidente del Consiglio Comunale, che ha avuto il compito di leggere i nominativi vergati sulla lapide. Dopo la benedizione e la preghiera per le vittime da parte di don Manuel, ha preso la parola Novelio Santoro, che ha spiegato come l’evento sia fonte di immenso orgoglio per la redazione tutta di casaledicarinola.net, in quanto frutto di un lavoro portato avanti con tenacia: il sito ha, infatti, non solo fortemente voluto il cambiamento di toponomastica e la targa, posta frettolosamente nel 2016 dopo anni di richieste protocollate, parziali bocciature e lunghe attese che risalgono al lontano 2012, ma si è reso fattivo promotore, mediante raccolte di firme e articoli di divulgazione, di una commemorazione degna della memoria storica che questo luogo custodisce.
Il momento più emozionante è coinciso senza dubbio con la lettura delle memorie dei due ex deportati Oreste Maina e Dante Luberto (anche Presidente della sezione carinolese dell’Associazione nazionale ex internati) da parte rispettivamente della figlia, la prof.ssa Renata Maina, e del nipote Paolo Ullucci. Renata e Paolo hanno ricordato con le loro letture la fatidica giornata del 23 settembre del ‘43, allorquando alcuni ignari uomini casalesi, attirati da un banditore fascista con l’ingannevole scusa di un comizio, furono catturati e deportati in Germania sotto la minaccia dei mitra tedeschi e di ritorsioni contro le famiglie. Per una più dettagliata e commovente descrizione dell’episodio rimandiamo alla lettura del sito http://anitaliandeportee.org, trascrizione on-line del diario di Oreste Maina.
A trarre le conclusioni, infine, è stato il prof. Silvano Franco, docente di Storia Contemporanea all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, che ha ripercorso gli eventi salienti che hanno portato ai violenti rastrellamenti e alle razzie da parte delle truppe naziste nell’alto Casertano e nel basso Lazio, esito di quell’Arte della guerra teorizzata da Sun Tzu e Carl von Clausewitz, che vedono nella guerra un mero strumento della politica, i cui risvolti distruttivi sono purtroppo evidenti anche dalla storia che proprio in queste settimane si sta scrivendo.
Il tutto si è svolto alla presenza di una rappresentanza dei Carabinieri e dei Vigili Urbani di Carinola; non mancava un nutrito gruppo di volontari della Protezione Civile locale e la Banda di Musica, che ha sottolineato con le sue note i momenti più suggestivi della cerimonia.
11 thoughts on “Piazzetta Deportati a Casale: stele e cerimonia di commemorazione”
Complimenti a Novelio e a tutto lo staff di casaledicarinola.net per l’ottima iniziativa
Ma comunque ci sono nomi di casalesi prigionieri di guerra e non presi durante un rastrellamento. Chi ha fatto l’elenco ha commesso un errore.
Ma nessuno si é accorto che ci sono nomi di prigionieri di guerra insieme ai deportati per il rastrellamento? A me non fa piacere leggere il nome di mio nonno nell’elenco dei deportati quando lui ha combattuto come militare. Adesso cancellate anche questo commento senza darmi risposta tanto ne scrivo un altro 🙂
Ma nessuno si é accorto che l’elenco é sbagliato ci sono anche prigionieri di guerra e nn solo deportati. Sinceramente mi da fastidio leggere il nome di mio nonno, che é stato militare, insieme ai deportati del rastrellamento. E adesso cancellate anche questo commento è bloccate l’account
Ma nessuno si é accorto che l’elenco é sbagliato ci sono anche prigionieri di guerra e nn solo deportati. Sinceramente mi da fastidio leggere il nome di mio nonno, che é stato militare, insieme ai deportati del rastrellamento. E adesso cancellate anche questo commento è bloccate l’account
Lista errata, mio nonno non é stato deportato ma fatto prigioniero in guerra.
Silvio, durante la cerimonia di domenica è stato chiarito che ai circa venti nomi forniti da noi, tratti da varie testimonianze raccolte negli anni, sono stati aggiunti all’incirca altri quaranta nomi dal Comune, con l’intento di rendere omaggio a tutti i casalesi vittime delle dinamiche della seconda guerra mondiale, sia essi deportati, sia essi fatti prigionieri. Attraverso questi nomi si vuole ossequiare la memoria storica della piazzetta e del paese tutto, tenendo comunque presente che si tratta di un elenco assolutamente parziale, dati gli ottanta anni trascorsi e l’impossibilità di ricostruire tutti i nominativi. Vuole essere un luogo di memoria, da trasmettere.
Scusate l’insistenza ma i commenti nn li leggevo e riscrivevo di continuo. Ritornando all’elenco perché non é stato specificato che non sono tutti deportati. Tra 20/30 anni mio nonno verrà ricordato così è non come soldato. É stato specificato solo oralmente e da nessun’altra parte
Scusate l’insistenza ma i commenti nn li leggevo e riscrivevo di continuo. Ritornando all’elenco perché non é stato specificato che non sono tutti deportati. Tra 20/30 anni mio nonno verrà ricordato così è non come soldato. É stato specificato solo oralmente e da nessun’altra parte
ma non bastava una lapide “PIAZZETTA DEPORTATI DAL RASTRELLAMENTO NAZISTA DEL 23 SETTEMBRE 1943”
si sarebbe evitato tutto sto casino coi nomi.
Noi Italiano vogliamo sempre strafare, e questi sono i risultati in qualsiasi campo