Il Consiglio comunale di Sparanise, è stato sciolto su deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per «l’accertata presenza di forme d’ingerenza da parte della criminalità organizzata, che compromettono il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione», come rende noto il comunicato di Palazzo Chigi. La gestione del Comune è stata affidata a un’apposita commissione straordinaria, per la durata di 18 mesi.
È questo il culmine di una vicenda iniziata il 10 dicembre dello scorso anno quando la Dda puntò la sua attenzione su 20 persone tra cui il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, in seguito però scagionato come da recente sentenza. I reati ipotizzati sono di corruzione, turbativa d’asta, concussione, intestazione fittizia, emissione di fatture false per operazioni inesistenti aggravati dall’agevolazione mafiosa.
A marzo il ministro dell’Interno ha inviato a Sparanise una commissione d’accesso, presieduta dal vice prefetto Vincenzo Lubrano, per verificare tentativi di infiltrazione e collegamenti con la criminalità organizzata. Sono state passate al setaccio delibere, ordinanze, regolamenti, progetti, bandi. Documenti che riguarderebbero anche amministrazioni del passato e che ora sono sotto la lente d’ingrandimento.