Domenica 25 settembre 2022 si vota per il rinnovo del Parlamento italiano, i seggi saranno aperti dalle ore 7:00 e lo saranno fino alle 23:00. Lo rimarranno quindi per una sola giornata, a differenza di quanto accaduto in tornate elettorali passate. Per la seconda volta si voterà con la legge elettorale Rosato (il cosiddetto Rosatellum, dal nome dell’allora capogruppo PD alla Camera Ettore Rosato suo primo firmatario).
La legge Rosato prevede che l’espressione dei voti venga effettuata tramite un sistema elettorale misto (in parte maggioritario, in parte proporzionale). Sia alla Camera sia al Senato il 61 per cento dei membri verrà assegnato con il proporzionale: cioè 244 seggi alla Camera e 122 al Senato. Le candidature sono in questo caso presentate in collegi plurinominali, ciascuno dei quali elegge un numero predeterminato di seggi nei due rami del parlamento. È da tener presente che a fianco del simbolo ci sono i nomi dei quattro candidati nel listino bloccato, ma non si possono esprimere preferenze sui nomi visto che i Partiti, nella loro magnanimità, hanno già deciso tutto loro, perché in effetti il Rosatellum non prevede preferenze. Non sarà possibile barrare con una “x” il nome di un candidato nel collegio proporzionale quindi, come precisato dal ministero dell’Interno «Sono proclamati eletti, per la parte proporzionale, i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l’ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto».
Il restante 37 per cento (poiché il 2 per cento è riservato alla circoscrizione Estero) sarà invece scelto sulla base di un sistema maggioritario uninominale a turno unico. Esso prevede che in ciascun collegio si presentino i vari candidati e che a vincere sia, semplicemente, quello che ottiene più voti. In altre parole, in un collegio con, ad esempio, quattro candidati si può essere eletti anche soltanto con il 30% dei voti, se gli altri candidati avranno ottenuto, ipoteticamente, il 27, 25 e 18 %. Allo stesso modo di un candidato che altrove abbia ottenuto il 90%, con gli altri fermi al 5, 3 e 2. «Per la parte maggioritaria, è proclamato eletto il candidato più votato in ciascun collegio uninominale».
Oltre ad essere un arzigogolo pasticciato, tutti i partiti se ne lamentano dimenticando che loro stessi lo hanno concepito ed approvato, ed avere il fastidioso limite di far decidere poco e niente all’elettore che non può scegliere tra i vari candidati con le preferenze e si trova di fronte al divieto assoluto del voto disgiunto, e ciò favorisce in modo clamoroso l’astensione, ha un vero e proprio vulnus: rischia di non restituire l’effettiva “fotografia politica reale” del Paese! Rimanendo all’esempio fatto poc’anzi, a fronte di un vincitore-eletto che avrà preso il 30% dei voti appare chiaro che il 70% dei votanti (il 27% che ha preferito il secondo, il 25% che si espresso a favore del terzo e il 18% per il quarto) rimarrà senza rappresentanza politica, “senza voce” in pratica.
Insomma ci auguriamo vivamente che una delle prime riforme che il prossimo Governo farà, oltre alle millanta promesse già in campo, sia la riforma della Legge Elettorale. Sentiamo spesso dire che «Gli Italiani hanno ben altri problemi e preoccupazioni», e quasi certamente è vero specie in un momento storico come questo in cui impazza la crisi energetica che dà origine a bollette fuori controllo, ma siccome puntualmente i mali politici del nostro Paese derivano da questa Legge che quasi sempre lo rende ingovernabile e favorisce sempre più l’arroganza dei Partiti in vista di quello che dovrebbe essere la quintessenza della Democrazia di un Paese, le elezioni cioè, non sarebbe il caso di rimediare una volta per sempre a quest’anomalia tutta italiana?
One thought on “Il voto e la Legge”
SE VOTARE FACESSE QUALCHE DIFFERENZA, NON CE LO LASCEREBBERO FARE