Eccoci qui, passato il Santo Natale ove tutti diventiamo più buoni io ritorno a rivestire i panni a me più consoni cioè quelli del cattivo, soprattutto per chiarire, ove mai ce ne fosse bisogno o per chi ne avesse bisogno, il mio dissenso e disgusto per la modalità con cui è avvenuta nei giorni scorsi la distribuzione del Buoni Spesa alle persone e alle famiglie in stato di bisogno. Per chi abbia equivocato devo subito chiarire che non ho nessuna intenzione e nessun interesse a sostituirmi al ruolo dell’Opposizione o della Maggioranza consiliare del nostro Comune, anzi alla signora Sindaca, ed alla Maggioranza che la sostiene, ribadisco l’augurio di far bene e nell’interesse dell’intera comunità carinolese.
Sono contento e soddisfatto, non contrario, che le famiglie più sfortunate e più bisognose sentano vicino lo Stato e le Istituzioni locali. Altrettanto con franchezza devo dire che sono assai rimasto colpito dalla pochezza argomentativa di figure istituzionali e di alcuni privati cittadini nel modo con cui si è voluto difendere un indifendibile comportamento assolutamente poco commendevole che credevo fosse relegato al passato ed io mi ero illuso riconoscendo nella squadra della Sindaca alcuni componenti molto sensibili alle dinamiche sociali, purtroppo, rimasti silenti forse per un malinteso senso di lesa maestà.
Ribadisco che la mia stigmatizzazione per l’incredibile modo con il quale si è proceduto nella distribuzione dei Buoni Spesa è derivato dal fatto, con grande meraviglia e sgomento, che nessun accenno a salvaguardare, o che rendesse merito alla riservatezza ed al rispetto della dignità delle persone, fosse stato rispettato.
Oltre all’incredibile e non condivisibile giustificazione istituzionale, condivisa da vecchi e neo/a supporters dell’attuale maggioranza, per il fatto che nessuno dei percettori si fosse mai lamentato e pertanto “tutto va bene madama la marchesa”, naturalmente lascia il tempo che trova…, altro fatto che ha suscitato in me alquante perplessità è stato che a supporto della suesposta tesi, con un “Mi piace” o il silenzio di chi in pompa magna pochi giorni fa prendeva parte ad un Convegno sulla disabilità a Palazzo Petrucci e alcuni di essi disquisiva di persone con disabilità, di persone bisognose, di famiglie più fragili, insomma dei più deboli.
La qual cosa sì mi ha lasciato basito ed esterrefatto, ma ormai sono così avanti con gli anni per comprendere che per un ” tozzo di pane”, per quanto amarognolo, o per un posto al sole, per quanto effimero, si è pronti ad abiurare e sacrificare tutto.
Intanto porto con me e custodisco gelosamente le tantissime manifestazioni di solidarietà che in privato mi sono arrivate, ai tanti che hanno dato una diversa e pretenziosa lettura, chi artatamente e chi in buona fede, alla mia critica sulla vergognosa modalità che peraltro sembra essere stata affidata non solo al vigile urbano in quiescenza, non saprei fin quando legale possa essere stato tale affidamento, ma voci mi dicono che addirittura la distribuzione dei Buoni Spesa sia stata affidata anche ad altri privati cittadini di indubbia moralità (per amore di verità ricordo che la legge prevede, credo dietro affidamento con delibera – che i Buoni vengano consegnati direttamente al domicilio degli aventi diritti dai vigili urbani o da un incaricato del Comune, o ancora previo invito a ritirarli presso la sede comunale con appuntamento prefissato, accortezza necessaria quanto mai in tempi di pandemia.
Concludo facendo mio un detto, pare cinese: «…il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito».
Perdonatemi a voi che avete la pazienza di sopportarmi, ma credetemi il tutto non è questione di poco…
Buona festa a tutti.
Lorenzo Razzino
Nota redazionale – Come in precedenza siamo pronti ad ospitare qualsiasi eventuale replica
One thought on “Distribuzione Buoni Spesa: la dignità non è un optional”
Lore’ ti preferivo quando andavi a correre, ti stancavi e non ti attaccavi ad ogni pelo per non scivolare dallo specchio dove ripetutamente vai a poggiarti.
Le elezioni ci saranno tra cinque lunghi anni, fattene una ragione