Tappa carinolese de Il Mattone del Mondo manifestazione progettata dalla Comunità “Villa San Francesco” in Facen di Pedavena (BL) che, dando vita a un progetto che da principio sembrava addirittura “velleitario” come ha sottolineato la presidente del CIF Carinola prof. Maria Francesca Di Cerbo, chiese a ogni Paese del mondo un pugno di terra come simbolo della loro vita, ebbene dopo 10 anni il pugno di terra diventò il Mattone del mondo, un mattone «che ha un valore che va ben al di là del mero simbolo esteriore», come ha sottolineato don Enrico Passaro, parroco di Carinola-S. Croce e padre spirituale del CIF, altro oratore di ieri pomeriggio.
La tappa di ieri, partita 122 chilometri prima da Terracina-Sezze, è arrivata in Piazza Vescovado nel piazzale antistante la Cattedrale un tempo sede della Diocesi di Carinola e oggi chiesa madre della città capoluogo, che non si presenta come nella foto del titolo ma che è chiusa e parzialmente nascosta alla vista dei fedeli perché ingabbiata da transenne e coperture di sicurezza per urgenti lavori di restauro.
La tappa odierna, che avrà come destinazione Vico Equense dove la staffetta ciclistica arriverà dopo 97 km, sarà l’undicesima e dalla cittadina dell’hinterland napoletano si proseguirà fino al 13 settembre, quando si fermerà al km 10 dell’ultima tappa la Regalbuto-Canicattì, sulla statale Canicattì-Agrigento, dove fu ucciso il giudice Rosario Livatino, il cosiddetto “Giudice ragazzino”, beatificato lo scorso maggio in piazza S. Pietro, per ricordarlo.