L’avvocato Luigi Verrengia: lustro per Carinola e per la professione

Commemorazione dell’avvocato penalista Luigi Verrengia, originario di Casale di Carinola, da parte dell’avvocato Raffaele Crisileo, uno dei suoi allievi-amici, che ebbe modo di conoscerlo nel 1982 e di frequentarlo per oltre 20 anni fino al 2005, anno della sua morte avvenuta il 30 luglio. L’avvocato Luigi Verrengia, nato il 19 settembre del 1939, era l’amatissimo marito della signora Assunta e padre del dottore commercialista Ernesto, della dottoressa Anna e, infine, dell’avvocato Luigi Maria attuale presidente del Parco regionale di Roccamonfina-Foce del Garigliano, di cui si parla insistentemente come possibile candidato a Sindaco di Carinola alle prossime elezioni amministrative del nostro Comune.

Così scrive testualmente l’avv. Crisileo in un suo personale ricordo affidato alla stampa:

Un uomo solare, l’avv. Luigi Verrengia, sorridente, talentuoso, dotato di una straordinaria sensibilità, con una grande vena oratoria e un non comune intuito giuridico che portava con sé sin dalla giovane età quando era studente di legge alla Federico II di Napoli. Le sue aringhe seguivano il suo animo, tanto da estraniarsi quando discuteva una causa; soprattutto egli era un uomo libero dotato di pensiero positivo; godeva la stima incondizionata della classe forense e della magistratura tutta che ne aveva da sempre apprezzato capacità e competenza. I colleghi rimanevano colpiti dalla sua straordinaria cortesia e dalla sua modestia.
Impegnato in processi complessi e difficili (da quelli del terrorismo degli anni 70-80 per arrivare a quelli della delinquenza organizzata e non e infine a quelli dei colletti bianchi) nei tribunali dislocati su tutto il territorio nazionale dove esprimeva la sua arte professionale come amplificazione dello spirito e della sua straordinaria interiorità cercando di trovare per ogni causa in cui era impegnato la soluzione più equilibrata. Emergeva un uomo e un professionista determinato, incisivo e profondo che si dedicava con dedizione alla professione di avvocato di cui era innamorato e poi nella sua vita emergeva sempre forte il riscatto sociale a favore degli ultimi e degli emarginati. È stato il caposcuola indiscusso di generazioni di avvocati che oggi ricoprono prestigiosi ruoli nel sociale e nel mondo forense sulla scia dei suoi insegnamenti. È stato, dunque, una vera guida di pensiero che ha saputo interpretare al servizio del giusto diritto.
Egli era un difensore generosissimo che assumeva su di sé tutte le tensioni del processo garantendo all’ assistito un sostegno anche emotivo, ma mai l’emotività si impadroniva della sua difesa: diceva sempre che i processi si vincono con la strategia e che bisognava pensare in positivo. Anche quando le iniziative dei pubblici ministeri o le decisioni dei giudici, erano oggettivamente non condivisibili, venivano da lui stigmatizzate con fermezza, e lo faceva con misura e pacatezza anche nella critica, che spesso univa all’ironia; elegante e cortese.

Predicava sempre la forza della persuasione e i suoi discepoli imparavano presto che ogni processo è una storia di uomini e va contestualizzato: in questo aveva un approccio laico con le vicende umane con cui, di volta in volta, si trovava a confrontare. Proprio per questo non ebbe mai a maltrattare – nel processo e fuori dal processo – le tesi dell’avversario, usando nei suoi confronti il massimo rispetto umano e intellettuale senza mai tradire il mandato ricevuto dal suo assistito. Egli era anche conosciuto per il pacato modo di parlare che lo contraddistingueva e per i modi gentili che caratterizzavano il suo carattere.

Fino agli ultimi giorni della sua vita è stato un signore e ha avuto la capacità di contrastare il male incurabile che lo aveva colpito a soli 66 anni con la classe del gentiluomo, mai omettendo di ringraziare chi si interessava del suo stato di salute. Sono passati oltre 15 anni dalla sua dipartita e ancora oggi noi avvocati – che siamo stati cresciuti alla sua scuola – possiamo dire di aver perso una guida sapiente, un amico leale e onesto, un vero padre e che portiamo ancora oggi dentro di noi il suo insegnamento e il suo ricordo. È giunto ora sicuramente il momento che la Città di Carinola, suo paese natale, gli intitoli una piazza o una strada a memoria grata per ricordarlo ai suoi concittadini e alle future generazioni così come ha fatto tempo fa l’Amministrazione della Città di Santa Maria Capua Vetere per dei suoi illustri concittadini avvocati-giuristi contemporanei ed amici dell’avv. Luigi Verrengia

Ferace fu anche la sua attività politica svolta prevalentemente, ma non solo, nell’ambito del comune di Carinola di cui fu Assessore con delega di vice Sindaco dal 1970 al 1975 e poi di nuovo Assessore con delega di vice Sindaco dal 1988 al 1990.

La sua capacità amministrativa fu apprezzata anche fuori dei confini carinolesi, come quando fu assessore all’Urbanistica del Comune di Sessa chiamato dal sindaco Elio Meschinelli, il Sindaco da quel 1994 godeva della diretta investitura popolare. Per la verità le deleghe assegnategli furono caldeggiate direttamente dal Prefetto di Caserta e furono circa una decina tra cui quella al Patrimonio, all’Annona, ai Vigili Urbani eccetera. Quell’impegno durò fino al 1998.

Tentò anche la scalata al Senato della Repubblica nel 1992, vista anche la considerazione di cui godeva presso la Segreteria Nazionale del suo storico partito, il PSI, e in particolar modo presso l’on. Bettino Craxi suo leader dal 1976 al 1993 e Presidente del Consiglio dei ministri dall’agosto del 1983 all’aprile del 1987, ma purtroppo non riuscì ad essere eletto.

Oltre all’esperienza politica, ci piace ricordare che l’avvocato Verrengia fu Vicepresidente, nei primi anni ’70, della neonata ACTC, l’Azienda Consortile dei Trasporti Casertana, (Presidente era il casanovese Gioacchino Loffredo), presiedette la Commissione 219 dopo il terremoto dell’’80, commissione provinciale ma di nomina regionale, e fu, incarico altamente qualificante, Consulente del CIRA, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua.

Che il comune di Carinola tenga viva la memoria di personaggi come l’avvocato Verrengia che ne hanno illustrato il nome, e non solo tra i confini cittadini, intitolandogli una strada o una piazza ci sembra il minimo per onorarne il ricordo, cosa che scrivemmo per esempio anche per il compianto dottor Armando Trabucco che fu stimato medico condotto e politico apprezzato in ambito comunale e provinciale.

Ci auguriamo che la prossima Amministrazione tenga conto di questa richiesta che parte non solo da chi ha avuto modo di apprezzarne le qualità umane e professionali, ma è anche dettata da un’esigenza di realismo e giusta conservazione della memoria.

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