Alcuni giorni fa la campagna vaccinale è entrata nel vivo anche per il personale scolastico. Nella Giornata dedicata al personale medico e sanitario, giornata che annovera la triste ricorrenza del primo morto con il Covid in Italia, ci sembra opportuno lasciare la parola ad Antonella Aurilio, una nostra cara concittadina casalese, insegnante dell’Istituto Comprensivo “Campo Falerno” di Carinola-Falciano, e precisamente della Scuola dell’infanzia di Nocelleto, che vuole condividere con noi la sua esperienza con la vaccinazione, la prima delle due previste per il vaccino AstraZeneca.
Io al vaccino ci ho sempre creduto, stavo aspettando e stasera l’ho fatto! Io, però, ho avuto tanta paura, sia mentre facevo la fiala, sia nell’attesa e nella compilazione dei moduli. Guardavo in faccia ad altre persone che come me ci credevano ma stando là in un religioso silenzio come quando si attende qualcosa di misterioso, di arcano.
Mi siedo ad aspettare ancora, distanziato degli altri perché le gambe mi tremano un po’, forse sto facendo una cosa pericolosa, così mi hanno detto, così gira sui social, perché gli effetti possono essere gravi e deleteri per il mio organismo, perché dicono che l’efficacia non sia totale.
Ci penso ancora un po’, ma non ero così sicura e convinta, invece mi assale un timore, sano per chi non è incosciente, che non mi aspettavo? Che faccio? Mi alzo e me ne vado? Però penso al Lockdown, ai tanti morti da Covid, alla libertà che abbiamo perso, a chi continua ad avere conseguenze dai danni causati dal virus, ai miei bambini a scuola che mi aspettano perché insieme ci divertiamo, penso a mio marito, fragile, penso ai miei figli, al mio papà che ha 96 anni e che vorrebbe vedermi ancora.
Se la mia memoria fosse tanto corta da impedirmi di ricordare tutto, tutto quello che è passato da un anno a questa parte, potrei anche alzarmi e andarmene, potrei credere che l’unica cosa che in questo momento io posso fare per me e per gli altri sia, in realtà, un’arma a doppio taglio ma… no!
La mia memoria è buona e il taglio che il Covid ha dato alle nostre vite, quello sì che è unico, netto e deciso. Così mi alzo ma non torno indietro. Mi alzo e vado a fargli il vaccino. Lo faccio per me, lo faccio per gli altri. Probabilmente domani avrò la febbre, starò con i dolori, chiamerò 20 volte il mio medico, ma io adesso entro e mi vaccino!
Tanto convinta quindi ma comunque vittima dei dubbi instillati sui social dai No-Vax, dubbi pervicaci, insistenti e fastidiosi soprattutto se si pensa che quella stessa ingoierebbe chili di medicinali per un semplice mal di testa, dubbi di persone che spacciano per assoluta verità opinabili di pseudo-scienziati, e che purtroppo però stanno facendo il loro sporco lavoro visto che, come ci dice Antonella, anche tra il personale scolastico le prenotazioni per il vaccino tardano ad arrivare.