La Quaresima è una delle ricorrenze che la Chiesa cattolica e altre chiese cristiane celebrano lungo l’anno liturgico. È un periodo di circa quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua; secondo il rito romano inizia il Mercoledì delle Ceneri e si conclude il Giovedì santo, mentre secondo il rito ambrosiano parte dalla domenica successiva al Martedì grasso e si conclude il Giovedì santo con l’inizio del Triduo pasquale.
Ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico.
In passato, nei nostri borghi, i quaranta giorni si ricordavano appendendo delle bambole assemblate con maestria da mano esperte utilizzando ritagli di stoffa o vecchi indumenti presenti in casa.
Questo fantoccio di corporatura esile era vestita a lutto, per ricordare la morte del fratello Carnevale, il quale nei giorni di lunedì e martedì grasso, sperperato tutti i suoi averi muore di ingordigia lasciandola povera.
Veniva generalmente esposta sul balcone oppure appesa ad una corda tesa tra due pareti.
Si presenta con una patata ai suoi piedi infilzata da 7 penne, 6 di colore nero ed una di colore bianco, che col trascorrere delle settimane vengono sfilate, e con il fuso e la conocchia tra le mani. Oltre alla patata, era solito appendere i fichi secchi, una sarda, piccole bottigliette di vetro contenenti vino rosso, aceto ed olio.
La bambola rappresenta il calendario quaresimale dei nostri avi, infatti le sette penne infilzate nella patata scandiscono le sette settimane di attesa dall’inizio della Quaresima fino a Pasqua. Contando le penne si calcolano il numero di domeniche che ci separano dai giorni di festa.
Anche il fuso e la canocchia, in questo caso scandiscono il tempo, rappresentato dalla laboriosità del filare.
E’ inutile dire che questa tradizione, come tante altre, è totalmente scomparsa.