I. S. Nifo si prepara ai “Colloqui Fiorentini”

Gli studenti dell’I.S. Nifo (nelle tre articolazioni del Liceo Classico, Liceo Scientifico e Liceo Artistico) in previsione della partecipazione ai “Colloqui fiorentini”, il 4 dicembre (in remoto) hanno partecipato alla Conferenza tenuta dal prof. Diego Picano dal titolo “Parola sorvolata da stelle. La poesia di Dante attinge alla lingua della luce”

Cosa sono i Colloqui fiorentini

I Colloqui Fiorentini ripercorrono, anno dopo anno, i maggiori autori della letteratura italiana. Il titolo “Nihil alienum” è tratto dall’opera dell’autore latino Terenzio “Heautontimoroùmenos”, v. 77: “Homo sum: humani nihil a me alienum puto” (Sono un uomo: nulla di ciò che è umano mi è estraneo).

Esso vuol significare l’interesse e la passione che ci muove come insegnanti per l’uomo e la sua avventura, interesse e passione che vogliamo comunicare ai giovani senza censure, né pregiudizi, né schematismi. Quello proposto è un percorso che prevede momenti propedeutici e di lavoro da svolgere in classe, che trovano la loro naturale e imprescindibile conclusione nei tre giorni del Convegno.

 

Articolo relativo alla Conferenza di Patrizia Maria Sparagna – 4^C del Liceo scientifico  “Majorana”

 

Dopo il buio, la luce

 

In un periodo così cupo, in cui padroneggia l’oscurità, il prof. Picano, nella videoconferenza dal titolo “Parola sorvolata da stelle”, rivolta agli allievi dell’I.S.”A.Nifo”, in preparazione dei “Colloqui Fiorentini” del 2021( anno in cui si celebrerà il settimo centenario della morte di Dante Alighieri) accende in noi studenti una piccola luce, mediante l’astro dantesco.

Egli è riuscito a suscitare un notevole interesse, permettendoci di capire appieno ciò che abitualmente si legge sui libri scolastici, approfondendo molti aspetti interessanti, i quali vengono spesso tralasciati da noi adolescenti. Tutti vediamo la straordinaria opera composta da Dante come una finzione, come qualcosa di non reale e, automaticamente, ciò ci induce a pensare che sia qualcosa di artificioso, quando, invero, questa viene usata dal nostro grande autore per poter raccontare una verità che solo lui, in un preciso momento, è riuscito a scorgere.

Tramite questa traduzione della verità in linguaggio, Dante vuole insegnare a tutti noi che esiste un luogo, ultraterreno, in cui dimorare per essere felici, ed è proprio quello che lui ha incontrato e in cui desidera ritornare. Infatti, per il sommo poeta, il bene esiste e tutto, nella sua opera, parte proprio da quest’ultimo. Non è un caso, perciò, che inizi a narrare questo straordinario viaggio partendo dall’inferno.

Egli compie questa scelta credendo che il male sia soltanto un allontanamento dal bene ed è infatti tramite Lucifero, figurazione del male, che possiamo capire la vera essenza del bene e la retta via che conduce ad esso. La “Divina Commedia” è un proclama d’amore, scritta per il bene dell’uomo, affinché egli possa trovare la luce che illumini il suo cammino, perché, nonostante egli sia destinato alla felicità, non riesce a raggiungerla in quanto è alla ricerca di un bene fugace in grado solo di soddisfarlo al momento, dando importanza alle cose effimere ed ignorando quello vero, che stordisce l’animo, che fa venir voglia di riviverlo ancora e ancora. Incontrando il bene non si può restare impassibili ma in quell’esatto momento le parole vengono a mancare e tutto, d’un tratto, sembra avere più senso.

È così che dovrebbe succedere quando incontriamo il vero amore, quello capace di farci vibrare il cuore, di stimolarci a fare sempre meglio, ad essere migliori e, così, capace di farci sentire davvero vivi. Egli sperimenta quest’esperienza alla vista di  Beatrice, tant’è che se il loro incontro non fosse mai avvenuto, questa grande opera non sarebbe mai esistita. Ella, essendo per lui il vero bene, gli fa conoscere la propria identità e quindi può essere definita come specchio dell’anima. Probabilmente Dante definirebbe questo periodo in cui ci troviamo “selva oscura”, ma ognuno di noi è libero di scegliere cosa cogliere di queste tenebre che, per quanto abominevoli siano, sono in grado di regalarci anche qualcosa di bello, basta riuscire a scovarlo. Proprio per questo decide di scrivere questo “manuale di vita”, per far sì che ognuno di noi possa individuare la via per raggiungere la salvezza, per riuscire “a riveder le stelle”, anche in tutto questo buio infernale.

 

di Patrizia Maria Sparagna – 4^C del Liceo scientifico  “Majorana”

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