Ogniqualvolta si è in prossimità di una tornata elettorale, Politiche, Amministrative o Referendum che sia, e più precisamente nei giorni che precedono la scelta degli scrutatori da parte della Commissione Elettorale comunale che andranno a comporre ogni seggio, tra i 20 e i 25 giorni prima della data designata per la consultazione, ci ricordiamo tutti, noi per primi sia chiaro, di quanto sia opportuno il sorteggio tra i disoccupati del Comune.
Allo stesso modo pensiamo a quanto sia logica un’effettiva rotazione tra gli scrutatori affinché si eviti quella sorta di “professionismo”, banalmente ma efficacemente sintetizzato nell’espressione “rivedere sempre le stesse facce”, che si ripete ad ogni appuntamento elettorale. La verità è che nessuno è colpevole se ha voglia di lavorare, di ripresentarsi, di riproporsi: altro non fa se non limitarsi a fare ciò che la legge gli consente!
Il fatto è che mettere qualcuno a fare lo scrutatore è stato sempre, o quasi, una specie di assistenzialismo legalizzato che il politico di turno usa per piazzare il proprio protetto lì dove per 2-3 giorni verrà pagato con i soldi pubblici. Una sorta di voto di scambio insomma… oppure, per usare un’espressione meno ruvida e un po’ più politically correct o gentile, un do ut des bell’e buono.
Tutto ciò è talmente vero nella misura in cui, quando il sorteggio diviene il metodo prescelto, viene presentato come un’innovazione e sembra una medaglia da appuntarsi al petto per quell’illuminata Amministrazione, ed infatti viene data massima pubblicità possibile alla riunione della Commissione Elettorale che usa tale metodo per la scelta degli scrutatori.
Il sorteggio, pilotato però non indiscriminato, altrimenti si rischierebbe di veder premiato “il figlio di papà nullafacente” a discapito del “povero disoccupato” e parimenti senza reddito, pur essendo auspicabile, purtroppo ancora non è legge dello Stato e, con il clima di quasi-permanente crisi politica, chissà se lo diventerà mai: certo sappiamo di una proposta del Movimento 5 Stelle votata e approvata da uno dei rami del Parlamento, ma fin quando la lettura non sarà doppia, approvazione cioè di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, è ancora come se non esistesse e per ogni Amministrazione sarà sempre possibile fare il bello e il cattivo tempo in proposito avendo la legge dalla propria parte. Insomma fin quando non ci sarà una norma dello Stato ad imporre l’obbligo…
A questo punto entra in gioco il cittadino interessato. Per togliere tutti gli alibi a una politica che fa orecchie da mercante di fronte all’ovvio (“la legge ci permette di nominarli”), bisogna in primis fare qualche passo comunque necessario.
Per diventare scrutatore di seggio elettorale bisogna presentare domanda entro il 30 settembre di ogni anno (ma meglio controllare la scadenza precisa presso il proprio ufficio comunale perché altre fonti parlano del 30 novembre), presso l’ufficio dell’anagrafe del comune dove si è registrati per il seggio elettorale. Quando si andrà all’ufficio preposto si dovrà chiedere di essere iscritti all’Albo Unico degli scrutatori di Seggio Elettorale.
L’iscrizione all’albo è gratuita, per iscriversi si devono avere i seguenti requisiti:
essere maggiorenni;
non aver compiuto 70 anni;
avere la cittadinanza italiana;
aver frequentato le scuole dell’obbligo;
essere iscritti alle liste elettorali del Comune.
Ovviamente questa non è una garanzia assoluta, ma almeno verrà meno la possibilità di dire “non c’erano abbastanza iscritti all’Albo degli scrutatori e quindi siamo stati costretti a fare noi…”, scusanti cui siamo abituati. Una volta iscritti all’albo si dovrà solo attendere la chiamata, tutto ciò in attesa che si apra definitivamente al sorteggio.
2 thoughts on “Diventare scrutatore di seggio”
E inutile se non sei iscritto nella lista dei raccomandati di mer…a
a tie a raccumandazione????????????? e allora che pierdi tiempu a fàààà