La dolorosa processione che fa tappa in quasi tutte le stazioni dell’abbandono del centro storico di Casale di Carinola, dopo la piazzetta Vignai di pochi giorni orsono, fa vedere una nuova “chicca” che purtroppo è solo relativamente nuova: com’è evidenziato dalle foto, a pochi metri dal ponticello nel punto più stretto del corso di Casale, via Silvestro Aurilio, un altro esempio di abbandono dei sampietrini che non solo si allarga sempre di più, grazie all’ormai proverbiale lassismo dei nostri amministratori che, come al solito, scelgono di ignorare ciò che quasi quotidianamente vedono con i propri occhi, ma diventa anche pericoloso per i pedoni che vi passano, che rischiano di cadere rovinosamente e di farsi male.
Un tempo Casale era lastricata con un fantastico basolato vulcanico che, in virtù di chissà quale geniale intuizione, fu rimosso a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, per far spazio a questi sampietrini che, belli d’accordo e magari anche eleganti, abbisognano di una manutenzione continua e quasi quotidiana, cura che in pratica non c’è mai stata nella maniera corretta (le foto di archivio mostrano una situazione attuale sostanzialmente identica agli anni scorsi nonostante sia passato del tempo).
Peccato! Eppure non dovrebbe essere difficilissimo conservare quel poco di attrattiva che ancora conserva il nostro paesino. Nonostante il pauroso calo delle nascite, l’esponenziale decremento demografico, lo scarsità delle attività commerciali, è pur sempre un bel paesino collinare ben collegato sia al mare, sia alla montagna, sia a luoghi urbanizzati e quindi ai posti di lavoro e di vacanza. Invece si fa del tutto per lasciare che quel poco di bellezza svanisca, o meglio non si fa niente per conservarla.
È da anni che è così, ma verrà pure un giorno la Primavera, inizierà un nuovo Rinascimento!
2 thoughts on “Casale: insidie e trabocchetti!”
E’ possibile parlare oggi del “bene comune”, come principio ispirativo fondamentale dell’agire politico?.
Se si guarda agli scenari e ai protagonisti della politica locale e nazionale di questi ultimi anni, si sarebbe tentati a dire” NO”.
-I veri governanti siamo noi-
Chi ci “rappresenta” istituzionalmente antro non è nella fattispecie che l’immagine di noi stessi, quella di cui ci vergogniamo riflessa nello specchio della nostra povertà intellettuale e morale.
I miserabili siamo noi e dalla nostra miseria tiriamo fuori il peggio che servilmente quanto spudoratamente accettiamo e alimentiamo.
Il popolo vota i suoi simili, e si compiace della loro incapacità, sia per potersi sentire superiore, sia per consolarsi che i problemi non abbiano soluzione…
Babalena
Vergogna, vergogna, se passerò da lì, cadrò e li denunceró il Comune… GIURO!