La ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione e fine ufficiale della Resistenza 1943-’45, serba memoria della liberazione ad opera dei Partigiani delle città di Genova, Milano e Torino dall’occupazione nazifascista, episodio che pose fine all’occupazione tedesca in Italia.
Purtroppo negli anni si è perpetrata una vera e propria appropriazione indebita del 25 aprile: chi festeggia con bandiere di un solo colore, chi ne propugna addirittura l’abolizione, ma una cosa è certa, si sta smarrendo la memoria del perché oggi bisogna festeggiare! È quasi un dovere farlo, e ci piacerebbe che le istituzioni tutte lo facessero – a qualsiasi livello anche, lo speriamo ardentemente ogni anno, comunale! –, non considerando tale data solo un piacevole ponte tra una giornata lavorativa e un’altra…
Discorso di Sinistra? Discorso di Destra, questo? No, assoluta verità storica, anzi dà addirittura fastidio quando qualche parte politica vuole appropriarsi di quell’empito di libertà che spinse i nostri nonni a rischiare, e in molti casi perdere, la propria vita, avendo un unico orizzonte davanti agli occhi: assicurare ai propri figli, e ai figli dei figli, ciò cui loro era stato violentemente strappato.
Nel momento in cui addirittura il Governo, che dovrebbe essere la quintessenza dell’Unità Nazionale, è diviso sull’opportunità di ricordare o meno il 25 Aprile, Matteo Salvini ha fatto sapere che sarà a Corleone, in Sicilia, per l’inaugurazione del locale commissariato di polizia insieme al governatore siciliano, Nello Musumeci, e al capo della polizia, Franco Gabrielli dando vita all’ennesimo episodio della sua campagna elettorale permanente, vorremmo ricordare capo della Lega che è anche un Ministro della nazione italiana che se non ci fosse stato il 25 APRILE del 1945, la Festa della Liberazione dal Nazi-Fascismo e da tutto il corollario di costrizione, abusi e spesso anche di sangue che questi totalitarismi comportavano, nemmeno ci saremmo dovuti preoccupare della nostra rappresentanza democratica, quindi di Governo, Ministri e Autorità varie preposte alla sicurezza!
Ecco, la scarsa considerazione o addirittura l’ignoranza di tali eventi e delle dinamiche storiche che hanno favorito la nascita e l’evoluzione dello status quo istituzionale (perché votiamo, perché abbiamo libertà di parola, perché siamo titolari di tutti quei diritti di cui talvolta abusiamo anche), è il miglior brodo di coltura di quella demagogia e per certi versi di quel populismo, anche se questo termine non è sempre negativo, che stanno sempre più diventando, insieme all’indifferenza, la cifra della nostra società.