È morto don Andrea Gallo: il prete impegnato di mille battaglie non ce l’ha fatta. È scomparso a 84 anni, dopo una lunga malattia, nella sua Genova, nella sua comunità di San Benedetto al Porto, circondato dalle persone più care.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla comunità “San Benedetto al Porto”, che lui stesso aveva fondato verso la metà degli anni ’70 scrive «Provo tristezza e rammarico, era un sacerdote amato».
E proprio a San Benedetto al Porto, sarà allestita la camera ardente per rendere l’ultimo saluto a Don Gallo.
L’epitaffio, lo aveva già scritto il suo amico Faber in Smisurata preghiera, l’ultima canzone, «e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi, per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità». Don Andrea Gallo ha passato quarant’anni della sua vita tra poveri, prostitute, tossici, malati.
Gli davano del comunista e lui se la rideva, indicando quel vecchio volume che teneva sempre accanto a sé: «Lo vede? Quella è la mia Bibbia. Le ideologie sbagliano, il Vangelo mai. Chi sta con i poveri non sbaglia mai». Prete «contro», sì, ma sempre attento a restare «nella Chiesa», non per prudenza ma perché ci teneva e ci credeva, «non mi hanno mai sospeso, mai!, a Baget Bozzo sì ma a me mai!».